Palazzo Rocci


Alla famiglia Rocci appartenne gran parte dell’isolato, che da essa prese la denominazione, circoscritto dalle via A. de Pace, via Sant’Angelo e via Garibaldi e comprendente l’attuale sede comunale e l’ex palazzo Arlotta.

Nel catasto del 1742 l’intera proprietà è registrata in testa di Gaetano, Giovanni, Felice e Sancio.

Giuseppe Rocci, che aveva sposato una di casa Sylos, alienava nel 1772 porzione di proprietà, “consistente in cortile con alcuni bassi lamiati, una scala maggiore, che conduce sopra una sala, tre camere ed una cucina con solaro di sopra e con trappeto in ordine sotto dette case, con tutti l’ordegni necessari per triturar l’olivi, e con rimessa sotto della medesima casa” ricadente su Via S. Angelo e confinante col “Palazzo dove egli abita per scirocco, col palazzo dei Sigg. fratelli D ‘Ospina per ponente, strade pubbliche per tramontana e levante ed altri confini”, a Girolamo De Massa.

Dovizioso fu l’arredo del palazzo di Giuseppe Rocci dettagliatamente descritto alla di lui morte per atto pubblico rogato per Notaio Piccioli il 2.1.1779 con Galleria “con intempiatura e friso attorno, intempiatura di tela, con 4 quadri grandi di 6 in 4 con cornici indorate con pitture rappresentanti l’istorie del Tasso; 8 quadri di 3 in 2 con cornici indorate 2 con pitture di battaglie, e 6 con istorie sacre, 8 quadri piccoli.., con cornici indorate, con pitture un personaggio cadauno, ed altri 4 simili più grandi con pitture di fiorami; 4 quadri bislunghi sopra porte, altri 4 piccoli con cornici indorate con 2 teste e 2 santi ” con oltre altri 70 quadri distribuiti in più di 13 stanze con cappella e “loggia scoverta con colonne, ed alveari solari, cantine e trappeto”.

La proprietà di Gaetano passò in eredità ai Manieri di Nardò, per il matrimonio di Teodoro con Isabella, quindi agli Arlotta che fecero costruire l’attuale prospetto neo classico su via Garibaldi.

I beni di Felice e Sancio Rocci pervennero invece, per compera, a Nicola Doxi-Stracca la cui moglie Francesca Storti, in seconde nozze, portò in dote al cavaliere Bonaventura Luigi Balsamo il quale ultimo fece dare al comparto un moderno aspetto architettonico palazzato.

Fu ampiamente rimaneggiato e ristrutturato sul finire dell’800 dopo l’acquisto fattone dal Comune di Gallipoli da Pasquale Personè ultimo proprietario, con atto del Notaio Domenico Mazzarella del 26-6-1887.

Testo originale – Elio Pindinelli
Traduzione in lingua inglese a cura di Rocco Merenda