Giovanni Presta

Giovanni Presta

Giovanni PrestaNacque a Gallipoli il 24 giugno 1720 da famiglia agiata che ne affidò le cure e l’istruzione a padre quintino Mastroleo. Fu il medico Francesco Ruberti a instradarlo verso gli studi di medicina, percorso che egli intraprese all’età di 16 anni trasferendosi a Napoli, dove seguì i corsi del prof. Nicola Lanzani. Laureatosi ed acquisita una discreta notorietà, fu ammesso appena ventitreenne nell’Accademia Rossanese.
Richiamato in Patria dal padre vi esercitò l’arte medica sviluppando il suo interesse verso l’agronomia, sul cui fronte avviò indagini scientifiche ed esperienze pratiche allo scopo di favorire l’aumento e l’ammodernamento delle colture, con particolare attenzione alla quantità e qualità dei prodotti. Cominciò ad interessarsi alla coltura del tabacco, riuscendo a migliorare la sua coltivazione e la qualità della manipolazione finale del prodotto.
Ben presto i suoi studi si rivolsero alla produzione dell’olio d’oliva da cui ricavò dei selezionati campioni che nel 1786 inviò a Caterina II Imperatrice di Russia, accompagnati da una sua memoria, stampata in Napoli, sui “Saggi diversi di olio e su della Raggia di ulivo della penisola salentina…”.
Nel 1788 sottopose al Re Ferdinando IV altri saggi accompagnati da una “Memoria intorno ai sessantadue saggi di olio, presentati alla Maestà di Ferdinando IV Re delle due Sicilie, ed esame critico dell’antico frantojo, trovato in Stabia”. In tutte e due le occasioni ne ricavò elogi e ricompense.
Nel 1792 portò a termine il suo trattato “Degli ulivi, dette ulive, e della maniera di cavar Polio, o si riguardi il primo scopo la massima possibile perfezione, o si riguardi la massima possibile quantità del medesimo. Trattato di Giovanni Presta, consegnato alla Maestà di Ferdinando IV Re delle due Sicilie”. Fu pubblicato nel 1794 a Napoli e ristampato altre due volte a Lecce, a cura del Romano, prima, e di Salvatore Grande poi.
In esso il Presta tratta dei sistemi di coltivazione, delle qualità e varietà dei frutti e soprattutto dei metodi di produzione dell’olio. Incoraggiò e consigliò con i trappeti a giorno l’uso del torchio alla genovese, divenendo con Moschettini uno dei maggiori studiosi di questa pregiata coltura che tanta ricchezza ha dato e dà l Salento.
Morì a  Gallipoli il 18 agosto 1797.

[Tratto da: Il grande Salento per immagini (Storia - Arte - Cultura - Tradizione GALLIPOLI) Testi a cura di Elio Pindinelli, Edito da Il Salentino Editore]
Giovan Battista Crispo 1550 circa – 1598 circa
Stefano Catalano 1553 circa – 1620 circa
Bernardino Amico
Giovan Carlo Coppola 1599 – 1652
Tommaso Briganti 1691 – 1762
Filippo Briganti 1724 – 1804
Giovanni Presta 1720 – 1797
Giandomenico Catalano 1560 circa –
Giovan Andrea Coppola 1567 – 1599
Giorgio da Gallipoli
Leonida Tonelli 1885 – 1946
Eugenio Vetromile 1819 – 1881
Tommaso Fiore 1884 – 1973
Emanuele Barba 1819 – 1887